Introduzione
Le denominazioni dei vini sono sigle e certificazioni che garantiscono l’origine e la qualità di un prodotto.
In Italia, sigle come DOC, DOCG e IGT non sono semplici etichette, ma veri e propri marchi di garanzia che raccontano la storia, il territorio e le caratteristiche organolettiche di un vino.
In questa guida scoprirai cosa significano, come sono nate e come distinguerle.
Breve storia delle denominazioni in Italia
• 1861 – Con l’Unità d’Italia, le normative sul vino restano frammentate.
• 1930 – Prime distinzioni tra vini “Tipici” e senza indicazione.
• 1963–1992 – Introduzione delle categorie: Denominazione di Origine Semplice, DOC, DOCG e vini senza denominazione.
• Anni ’90 – Arriva l’Indicazione Geografica Tipica (IGT).
• 2009 – L’Unione Europea introduce DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Le principali tipologie di denominazione
DOC – Denominazione di Origine Controllata
Indica vini prodotti secondo un disciplinare preciso, che stabilisce vitigni, zona di produzione e caratteristiche.
Esempio: Irpinia Aglianico DOC di Cantine Novera, elegante e morbido, espressione autentica dell’Irpinia.
DOCG – Denominazione di Origine Controllata e Garantita
Livello più alto di certificazione. Un vino DOC deve mantenere standard elevati per almeno 5 anni prima di diventare DOCG.
Esempio: Fiano di Avellino DOCG, vino bianco di classe, fresco e sapido.
IGT – Indicazione Geografica Tipica
Certifica la provenienza delle uve da una determinata area geografica, con maggiore libertà produttiva rispetto a DOC e DOCG.
Perché sono importanti per il consumatore
Le denominazioni aiutano a:
• Conoscere l’origine del vino
• Garantire standard qualitativi
• Valorizzare il legame con il territorio
• Orientare la scelta in fase di acquisto
Conclusione
Prova a degustare e confrontare i vini della nostra selezione Cantine Novera.